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Tutto muta rapidamente, anzi sembra che ora tutto cambi repentinamente, ma le azioni da fare in una stalla - con gli animali - sono sempre quelle di prima.
Della serie “scusa, ma è una piscina o una vasca da bagno gigante per mucche, visto che c’è anche il tappo?”. E poi, dato che il “retro si abbassa tanto da toccare terra, lo scarico non serve!”
L’Agricoltura 4.0 - così ormai viene identificata - è fondamentalmente l’utilizzo di tante tecnologie che aiutano a lavorare, coltivare, allevare, produrre per migliorare la sostenibilità e la resa delle coltivazioni, le condizioni del lavoro e la qualità delle produzioni.
In un tempo come questo la necessità di essere “smart” diventa imprescindibile. Di complicazioni ne troviamo dove, quando e quante vogliamo: diventano allora preziosi tutti coloro i quali lavorano per semplificare passaggi, procedure, esigenze… proponendo soluzioni.
Nel panorama agricolo i prati stabili rivestono un importante ruolo di zone rifugio di biodiversità e di luogo per la produzione di un foraggio bilanciato e completo, proprio per la presenza delle diverse specie vegetali con differenti proprietà nutritive.
Mi chiamo Luca Zolin, non Harry Potter: quindi non ho la bacchetta magica.
Quindi per capire come sarà la zootecnia italiana domani non posso che fare - insieme a voi - delle considerazioni.
Era il lontano 2013 quando la Comunità Europea - con il Regolamento UE 167/2013 - fissa nuovi parametri omologativi per i mezzi che operano in agricoltura.
C’è un momento speciale per la scelta di un mezzo da usare poi nella propria stalla e azienda agricola.
Di cosa ha bisogno un imprenditore zootecnico per svolgere bene il suo lavoro?
Da trent'anni frequento stalle, allevamenti ed allevatori e tantissimi mi conoscono. Da questi mi giungono spesso delle richieste di "consulenza" circa il funzionamento del loro miscelatore, qualsiasi esso sia.