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La donna è mobile è l'aria che il Duca di Mantova intona nel terzo ed ultimo atto di Rigoletto di Giuseppe Verdi. Verdi faceva un mestiere diverso dall’agricoltore, non conosceva i miscelatori poiché non erano ancora stati inventati. Ma di musica se ne intendeva.
Caricare gli alimenti, miscelare e distribuire le razioni con approssimazione, senza un controllo preciso di quantità e qualità della miscelata genera degli sprechi che intaccano sia la produttività dei capi alimentati che le performance dell’impresa zootecnica nel suo insieme.
Bella domanda: che vi serve oggi per avere la stalla a posto? Già, che vuol dire “la stalla a posto”?
Belli i miscelatori d’oggi, ormai presenti in ogni stalla: moderni, tecnologici, performanti, veloci, sostenibili, eco-friendly, facili e tante volte complicati al tempo stesso... e potrei andare avanti per parecchi minuti con gli aggettivi determinativi.
Più gioie, capiamoci. Con qualche dolore. Sulle soddisfazioni che dà un carro miscelatore vorrei sorvolare.
Tutti sappiamo come la componente fibrosa in una razione unifeed sia fondamentale per creare nel rumine un substrato fibroso importante per la corretta alimentazione dei bovini.
Tutte le aziende zootecniche ne hanno almeno uno, tutti lo definiscono “il carro” identificandolo come la macchina più importante dell’allevamento ma è molto più di una semplice macchina.
Chissà che pensano le vacche della vostra mandria quando - ormai abituate - sentono che si avvicina il momento dello scarico della razione unifeed in mangiatoia.
“Le diverse razioni aziendali vengono preparate e distribuite due volte al giorno, ma con questo carro, che possiede un’accuratezza e una velocità di miscelazione davvero uniche, le operazioni procedono spedite, e basta una mezza giornata di lavoro. Nella restante metà della giornata, il carrista può fare altro”.
Tutto muta rapidamente, anzi sembra che ora tutto cambi repentinamente, ma le azioni da fare in una stalla - con gli animali - sono sempre quelle di prima.