No, non sto parlando del Mulino Bianco, la (famosa) pubblicità nazional-popolare della famigliola ridente, felice e consumatrice efferata di briochine, biscottini e tante altre cosine (di cui i nutrizionisti parlano bene come il tossico).
Da qualche tempo i vari costruttori di miscelatori semoventi hanno inserito - tra le dotazioni che migliorano le prestazioni - il “mulino”, collocandolo sul braccio caricatore che sostiene la fresa.
La funzione?
Tagliare i foraggi e le fibre lunghe in genere, prima di immetterle nella tramoggia dove le coclee miscelano i vari componenti per giungere ad una miscelata soffice ed omogenea.
Ora, su questa “innovazione” vorrei porre la mia e vostra attenzione.
Punto 1: serve davvero? Oppure è una scorciatoia per dissimulare l’inefficienza del sistema fresatura/miscelazione che tanti mezzi presentano.
Ho visto e vedo macchine dalla miscelazione infinita: tanto, tanto tempo per tagliare le parti fibrose e amalgamarle con gli altri alimenti. Talvolta senza giungere ad un impasto equilibrato, omogeneo e realmente nutriente in modo eguale una volta scaricato in mangiatoia.
Se confermiamo l’assioma “tempo=denaro”, la preparazione oltremodo lunga della miscelata comporta conseguenze negative per l’economia aziendale e per la stessa macchina.
In sintesi avremo costi in più di carburante, ore lavoro, usura macchina.
Ecco allora l’invenzione del “mulino”: se il sistema coclee-coltelli in tramoggia non fanno bene il loro lavoro, inserisco il foraggio e le fibre già sminuzzate, risolvendo il problema.
Avrò quindi una miscelazione rapida… ma… ecco la controindicazione: attivare il mulino comporta uno sforzo importante del sistema fresa e carico e - richiedendo un supplemento di potenza per farlo funzionare - impegna oltremodo il motore. Più potenza richiesta significa che il motore deve girare ad un regime più alto (anche oltre i 2500 rpm) per soddisfare questo bisogno, mentre normalmente il motore - per un consumo di carburante regolare - dovrebbe girare a 1500/1700 rpm.
Tutto ciò genera un aumento considerevole nel consumo di carburante (anche il 30% in più) e nell’usura del propulsore. In definitiva significa generare un incremento di costi diretti (carburante) e indiretti (manutenzione della macchina e vita operativa più corta).
Se poi il mulino è essenziale, necessario per giungere ad un buon risultato… le varie case lo offrono come optional.
Punto 2: non sarebbe meglio costruire mezzi direttamente efficienti, senza aggiungere dispositivi ulteriori impegnativi dal punto di vista energetico e meccanico?
Siloking ha fatto una scelta diversa: per i miscelatori fino a 27 mc non è disponibile, nemmeno come optional.
Infatti Siloking ha lavorato moltissimo per rendere efficiente e performanti i suoi semoventi e sono apprezzati dal mercato proprio per la qualità di miscelazione e la velocità di preparazione della miscelata.
Volendo, un dispositivo similare al classico “mulino”, è ordinabile come optional solo per i modelli da grande capacità (oltre 27 mc di portata), che comunque sono già performanti anche nell’allestimento di serie.
Punto 3: l’imperativo dovrebbe essere quello di “semplificare” le macchine, piuttosto che “complicarle” con ulteriori dispositivi e accessori.
Una macchina semplice ma di grandi prestazioni dà risultati importanti nell’economia di esercizio, nella durata della vita operativa e nella gestione ordinaria della manutenzione programmata.
In definitiva tutto questo si traduce nel termine “sostenibilità”: a chi non interessano i risultati?.
Siamo a disposizione per consulenze e analisi. E’ questo il nostro compito.
Provare per credere.