Lame e Coltelli: Sono Solo Particolari di Una Macchina Unifeed?

Lame e Coltelli: Sono Solo Particolari di Una Macchina Unifeed?

Chissà che pensano le vacche della vostra mandria quando - ormai abituate - sentono che si avvicina il momento dello scarico della razione unifeed in mangiatoia.
Nelle scorse settimane - per stalle ed aziende zootecniche - osservavo con sguardo acuto, allenato da tanta esperienza, dei bovini mangiare della razione unifeed.
In più di qualche occasione notavo come l’animale “scegliesse” cosa ingurgitare: con la lingua andava a cercare la parte della miscelata gradita - per gusto o profumo - accantonandone la parte meno appetitosa.
Ad una analisi ravvicinata era evidente la non omogeneità della miscelata e - cosa significativa - come la parte foraggera della stessa fosse particolarmente sbriciolata. Infatti le pagliuzze non si presentavano con la solita struttura tubolare, lunghe 2-3 cm, solide e riconoscibili. In gran parte erano sfilacciate e a brandelli.
La solita vecchia esperienza mi suggerì di guardare i coltelli applicati alle coclee di miscelazione nella tramoggia. L’operatore delle miscelate mi informò poco dopo che - ultimamente - i tempi di miscelazione erano diventati lunghi e notava che era aumentata la quantità di razione lasciata in mangiatoia dagli animali.
A questo punto - senza sorpresa - feci notare lo stato delle lame applicate alle coclee.
“Ma come - proferì - ricordo bene quando sono stati cambiati: non è tanto tempo!”

 

Ci risiamo, medito tra me e me.
Macchine costose, tecnologiche, impegnative, potenti e capaci… che non lavorano bene per via di qualche piccolo particolare.
Succede, più spesso di quanto si pensi.

I bovini sono clienti schizzinosi ed esigenti. Se la razione che trovano disponibile in mangiatoia non è ok ci sono delle conseguenze.
In particolare la componente foraggera della miscelata è delicata. E’ questa infatti che - una volta raggiunto il rumine con la prima masticazione - innesca il rigurgito fino alla bocca in cui avviene la triturazione fine, pronta per la digestione vera e propria.
A quel punto l’alimento si trasforma in energia e quindi in latte o accrescimento.

E’ una questione di taglio e di miscelazione.
Sembra invece che la lama applicata alle coclee non sia considerata nella sua importanza e funzione, delicata in relazione alla qualità della miscelata prodotta.

In Coltelli Unifeed abbiamo affrontato la questione. Da due prospettive.
La prima, legata ai materiali.
La seconda, inerente la forma.
Il tema dei materiali è fondante: infatti l’efficienza di un coltello deve protrarsi nel tempo, garantendo di svolgere appieno la propria funzione di taglio delle fibre lunghe inserite in tramoggia.
Una lama con la parte tagliente usurata genera effetti negativi significativi:
la miscelata prodotta non è ottimale per l’alimentazione della mandria, con cali di produzione anche eloquenti.
i tempi di miscelazione si allungano. consumi maggiori di carburante, maggiore stress per le macchine, più tempo impiegato dagli operatori. Uno spreco.
i risultati gestionali dell’azienda peggiorano. Non va bene.
Anche la forma del coltello fa la differenza. Che la parte tagliente sia curva o piatta non è indifferente. Test ripetuti in più impianti, su macchine di diverse case costruttrici e in presenza di foraggi più o meno tenaci hanno dato risultati chiaramente indicativi. Una lama con taglio piatto è più efficiente, taglia più nettamente e miscela in modo più omogeneo le componenti.

 

Abbiamo sviluppato una lama apposita:
8 mm al posto di 5, non necessita di sotto-lama.
acciaio speciale, molto performante soprattutto nella parte tagliente. Lunga durata
parte tagliente piatta, che agisce in modo netto sulle fibre e non provoca sbriciolamento dei foraggi.
I test d’uso evidenziano una riduzione importante dei tempi necessari per giungere alla miscelata ottimale.
Infine - aspetto importante - sono adatti ai miscelatori di quasi tutte le marche.

Non male per un particolare - il coltello - che sembrava ininfluente.

Luca Zolin 

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