Ancora un Anno, ma Sempre 4 Stagioni. Auguri Per il Tempo Che Verrà

Ancora un Anno, ma Sempre 4 Stagioni. Auguri Per il Tempo Che Verrà

Pensavo - in questi giorni particolari di festa - come sia cambiata l’agricoltura e la zootecnia. Pensavo a come fossero le stagioni a segnare il tempo, cadenzarlo a seconda dei lavori che la campagna, la stalla, l’orto, la vigna richiedevano.
Pensavo a come il tempo - uguale oggi come allora nel suo incedere - avesse il ritmo lento della stagione che si viveva in quel particolare momento. Mentre oggi l’accelerazione imposta dall’incessante procedere del lavoro meccanizzato non considera - se non in misura marginale - la stagionalità. Solo la terra - il luogo della coltura, dalla semina al raccolto - ci ricorda come il ritmo della vita, nonostante l’impegno che noi umani mettiamo nello stravolgere il creato, resti comunque immutabile. In questi anni non è mutato solo il ritmo del tempo, ma anche l’orizzonte della nostra esperienza legata all’agricoltura. Se prima il volto era rivolto alla zolla di terra, al fieno da falciare, essiccare e raccogliere, al grano che giorno dopo giorno imbiondiva mantenendo la promessa del gioioso raccolto dopo la fatica della semina - ora il nostro orizzonte è cambiato. Dall’alto di confortevoli cabine - apice di macchinari imponenti e potenti - il traguardo della maturazione del raccolto, massima aspirazione di un tempo ed orizzonte dell’impegno quotidiano, si è spostato su bilanci aziendali, sugli ammortamenti, sugli investimenti, sulla produttività, sui margini operativi, lordi prima e netti poi. Con questi pensieri potremmo arrivare fino all’anno prossimo e anche inoltrarci nel nuovo anno per parecchi giorni... ma resta comunque una considerazione che voglio condividere con tutti voi. Ancora un anno è passato, un altro ancora si delinea; anche questo - nonostante tutto quello che faremo e lavoreremo, avrà quattro stagioni. Vedrà giorni sereni ma anche momenti bui. Sarà baciato dalla brezza leggera, dal sole che è fonte di vita e battuto dalla tempesta che distrugge speranze e fatiche. E’ il paradigma della vita, che trae ispirazione dalla immutabile e sempre uguale cadenza del mondo e della storia. Il seme, collocato nella nuda terra muore per dare nuova vita e nuovo frutto e rendere possibile il miracolo della vita. Che la semina avvenga poi con una seminatrice ultra moderna, applicata ad un trattore da 300 cv guidato dal satellite, al seme poco importa. Il ritmo ed il senso della sua mutazione - trasformarsi per dare frutto e darlo in abbondanza - non cambia. L’augurio per il 2020 è quello di un anno fecondo, capace di dare frutti copiosi, siate voi allevatori, agricoltori o semplici operatori del grande e variegato mondo dell’agricoltura. Il secondo augurio è che questo lavoro ci porti anche a maturare un approccio più rispettoso della terra e di quanto essa contiene e produce. Noi che con la terra lavoriamo, sulla terra produciamo quanto serve ai nostri animali e interveniamo con le nostre macchine, dovremmo conoscere bene questa storia antica come il mondo che sempre si rinnova davanti ai nostri occhi. Buon anno a tutti voi. 

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