I vantaggi economici (e fiscali) della grande “Operazione 4.0” sono stati un successo: basta chiedere all’ultimo dei venditori di trattori e macchine agricole per vedere sorrisi infiniti, ancor prima di conoscere i numeri dei mezzi venduti e dei fatturati realizzati.
Tutto ciò fa piacere, molto piacere: l’età media del parco macchine agricole italiane è alta e un deciso ringiovanimento fa bene, sotto tanti aspetti.
L’introduzione di macchine e trattori (soprattutto) di ultima generazione porta vantaggi operativi significativi, poiché permettono a questi mezzi di “dialogare” con il sistema azienda generando dati di controllo e gestione utili. Una volta elaborati, questi dati forniscono informazioni importanti per la migliore gestione operativa e manageriale dell’impresa agricola.
Dati tanto più utili se a loro volta sono propedeutici ad un cambiamento reale del “sistema azienda” nel suo complesso: in buona sostanza il vantaggio fiscale ed economico è stato inserito come leva di cambiamento per aiutare le aziende agricole ad ammodernare non solo il parco macchine ma anche - e soprattutto - il modo di fare impresa.
Un modo che guardi al futuro con una consapevolezza diversa e nuova in termini ambientali ed economico-imprenditoriali.
Obiettivo finale?
Sostenibilità ambientale, sostenibilità finanziaria: in due parole serve una agricoltura che sfami il pianeta senza distruggere l’ambiente, garantendo futuro agli agricoltori e alle loro imprese.
Ovviamente non è finita: dopo i trattori sarà necessario aggiornare tutti i mezzi e gli attrezzi che saranno applicati alla macchina trattrice e che - normalmente - sono gli strumenti che compiono effettivamente le azioni concrete di trasporto, lavorazione, distribuzione dei prodotti primari e di risulta del mondo agricolo.
Tutto bello? Si, certo, ma…
Ma quello che non è automatico è il cambiamento di mentalità - una modificazione culturale vera e propria - dell’elemento centrale di tutta l’operazione 4.0: l’agricoltore / allevatore.
Che giova il mezzo di ultima generazione, capace di dare indicazioni su consumi, potenze applicate e necessarie, modalità di utilizzo per risparmiare carburante e ridurre l’impatto ambientale se il tutto non viene elaborato e impiegato per modificare in modo sensibile l’impatto complessivo che ogni operazione agricola e umana trasferisce sull’ambiente che in cui viviamo.
Significa fare incontrare le grandi tematiche del cambiamento climatico, della fertilità dei suoli, dell’uso sapiente dell’acqua con le azioni quotidiane che nelle nostre aziende agricole si compiono quotidianamente e - alcune - più volte al giorno.
Per questo occorre una vera e propria rivoluzione culturale, una “operazione 4.0” nella mentalità e cultura di tutto il mondo dell’agricoltura, a partire dagli allevatori e agricoltori.
Consulenza, formazione, assistenza: la sfida che abbiamo davanti per fare in modo che le macchine diventino lo strumento completo e strategico del cambiamento.
Ma il cambiamento deve investire soprattutto coloro che usano, guidano, acquistano i mezzi tecnologicamente avanzati.
Non è un fatto economico o fiscale.
E’ un aspetto di cultura. Noi di Lucagri investiamo molto in questa direzione al servizio di una clientela che deve essere sempre più esigente.
Luca Zolin